CONSULENZA PRELIMINARE: un nuovo servizio per il biometano

CIB Service affianca gli imprenditori agricoli nella valutazione degli scenari possibili per lo sviluppo di un progetto biometano in azienda

Tenute Principi di Porcia e Brugnera: 55 generazioni di agricoltori, 697 ettari a cereali, noci, pioppi e foraggio, 143 ettari vitati, 2 impianti biogas, 2500 mq di fotovoltaico, un impianto idroelettrico, tantissima storia e altrettanta voglia di pensare al futuro.

Proprio per il futuro dei suoi impianti biogas, Guecello di Porcia e Brugnera, titolare dell’azienda, si è rivolto a CIB Service e al suo servizio di consulenza biometano per comprendere meglio scenari, possibilità e occasioni a disposizione.

PERCHÉ VI SIETE RIVOLTI A CIB SERVICE?

Il nostro impianto principale, 1 MW di potenza, è attivo dal 2011, quindi si sta avvicinando alla fine dell’incentivo. Avevamo già chiaro che il nostro futuro sarebbe stato il biometano, una volta chiuso il periodo elettrico e con il decreto biometano bis si è finalmente aperta una prima opportunità. Dopo aver raccolto informazioni ed esserci informati per conto nostro, abbiamo però capito che avevamo bisogno del parere di tecnici più esperti e abituati a trattare questa materia. Abbiamo quindi aderito al servizio di consulenza biometano di CIB Service perchè le variabili da considerare sono molte e il quadro normativo non è di semplice interpretazione. 

AVEVATE GIÀ IN MENTE QUALI SOLUZIONI PROGETTUALI INTRAPRENDERE?

In realtà no: sapevamo che avremmo potutuo valutare diverse soluzioni, ma ci serviva un orientamento chiaro supportato da numeri e informazioni imparziali. Oltre al rapporto di persona con i tecnici, ci è stato, quindi, molto utile anche il report che ci è stato fornito al termine della consulenza. Avere in mano quattro possibili business plan consultabili anche a distanza di tempo con costi, introiti e ricavi a seconda della tipologia di impianto o della valorizzazione della molecola ci ha senza dubbio portati ad escludere alcune soluzioni che prima consideravamo realizzabili.

QUALI SONO STATI I PRIMI ASPETTI CONSIDERATI DURANTE L’ANALISI?

Sicuramente non la tecnologia o la valorizzazione della molecola. Siamo partiti dall’analisi del potenziale agronomico dell’azienda, perché la parte centrale del biometano è proprio come alimentare gli impianti. Terminata l’analisi abbiamo capito che dovevamo aumentare la nostra capacità produttiva di biomassa. Non volendo acquistare esternamente abbiamo progettato come modificare le rotazioni colturali per riuscire ad aumentare i secondi raccolti, tutto questo rimanendo conformi alla PAC. Uno degli aspetti che sicuramente è cambiato nel nostro approccio alla campagna è la lungimiranza: prima ragionavamo un anno con l’altro, durante la consulenza abbiamo progettato le rotazioni per i prossimi 5 anni. Questo è il modo corretto per porsi a un progetto di tale importanza. 

DAL PUNTO DI VISTA IMPIANTISTICO/TECNOLOGICO INVECE?

Innanzitutto, bisogna pensare alla realtà in cui ci si trova. Infatti, tutti i diversi scenari che ci sono stati proposti hanno considerato la geografia, la dimensione e le potenzialità di produzione del mio impianto. Fatto ciò, ci sono state prospettate quattro diverse soluzioni sia per lo stato fisico del biometano che si produrrà, quindi gassoso o liquefatto, sia rispetto alla sua valorizzazione, ovvero se immissione in rete, cessione a terzi o valorizzarlo in proprio. Ad esempio, durante gli incontri presso la mia azienda con CIB Service abbiamo osservato che l’immissione in rete sarebbe stata una soluzione non praticabile nel mio caso. 

È RIUSCITO AD AVERE UN QUADRO PIÙ CHIARO DEL FUTURO DEI SUOI IMPIANTI?

Sì, allo stato normativo attuale mi sono reso conto che la riconversione è la scelta migliore, mentre per la valorizzazione del biometano riteniamo che la scelta più valida sia la vendita diretta di biometano gassoso presso un distributore di pertinenza.

COSA VORREBBE CHE CAMBIASSE NELL’ATTUALE DECRETO BIOMETANO?

Le parole chiave sono due: stabilità e biomasse.

Stabilità in realtà è legato a due aspetti. Il primo coinvolge la durata dei decreti, che è troppo breve. Non si ha il tempo di raccogliere le informazioni e decidere cosa fare che il periodo di validità è già verso la fine e si deve correre per arrivare in tempo. Il secondo aspetto è legato alla stabilità economica: non avere la certezza di quanto verrà ricavato non permette di programmare investimenti e reinvestimenti nel settore. Mentre proprio il mondo biogas fino ad ora si è contraddistinto per la capacità di reinvestire nel settore. 

Biomasse: le limitazioni poste sono eccessivamente stringenti. È corretto non utilizzare le colture principali per alimentare gli impianti, ma perché porre dei vincoli sulle seconde colture? Un mais di secondo raccolto non entra in competizione con la coltura principale e permetterebbe sia a me, che a molti altri agricoltori, di programmare la campagna più agilmente.

QUALE SARÀ IL PROSSIMO STEP?

Ora dobbiamo interagire con l’amministrazione competente per le pratiche autorizzative. Essendo una riconversione di un impianto esistente ci sono ancora degli aspetti normativi da affrontare: ad esempio se la costruzione di alcuni elementi, come per esempio di una nuova vasca di stoccaggio, richieda Autorizzazione Unica o Procedura Abilitativa Semplificata. Anche questo è un aspetto che sembra banale ma che ha un suo peso sia nella fase progettuale che nella fase di esercizio dell’impianto. 

Sappiamo però che possiamo fare affidamento su CIB Service per affrontare l’iter autorizzativo e gli step successivi.