I primi bandi PNRR per il biometano

L’esperienza di CIB Service e le criticità riscontrate dal GSE

Siamo a novembre e iniziamo a fare i bilanci di come è andato l’anno. I primi due Bandi PNRR per il biometano si sono chiusi e, viste le ultime news in tema di aumento degli incentivi, attendiamo con grandi aspettative l’apertura dell’ultimo bando del 2023 previsto per dicembre, ma bisogna farsi trovare pronti e preparati.

CIB Service, con i due bandi precedenti, si è costruita un know how non indifferente e un’esperienza abbastanza robusta per dare qualche consiglio ai produttori su come muoversi e a cosa fare attenzione. Abbiamo infatti  iscritto un numero importante di impianti ai primi due bandi con un successo del 100% sul primo bando. Attendiamo ora la pubblicazione della graduatoria del secondo. In  questa attività abbiamo constatato che, per svariati motivi, sono diversi i temi che ancora non sono chiari agli operatori del settore.

Lo stesso GSE ha pubblicato un documento esplicativo delle principali cause di esclusione dalla posizione utile del primo bando, con lo scopo di aiutare le aziende ad arrivare pronte per i bandi successivi.

Con questo articolo intendiamo dunque fornire alcune indicazioni generali derivanti dalla nostra esperienza su come prevenire l’esclusione dalla graduatoria del GSE e avere la documentazione pronta per la partecipazione al bando.

DOCUMENTI PROGETTUALI E TITOLO AUTORIZZATIVO

Le prime criticità le riscontriamo in fase di analisi della documentazione progettuale. In alcuni casi, ci è capitato di dover suggerire all’operatore, a pochi giorni dalla chiusura del bando, di fare delle varianti autorizzative o di farsi rilasciare delle precisazioni dall’ente che ha rilasciato il titolo autorizzativo, per esempio in merito alla copertura della vasca di stoccaggio o in merito al dato di capacità produttiva di targa.

Per prevenire questi disguidi, vogliamo ricordare che è necessario che i documenti progettuali e il titolo autorizzativo contengano tutte le informazioni necessarie a documentare come si intende costruire ed esercire l’impianto, nell’ottica soprattutto di dimostrare la sostenibilità del biometano, la quantità di biometano da produrre, il rispetto dei principi DNSH e la configurazione di immissione in rete.

A titolo esemplificativo, i documenti devono contenere:

• Capacità produttiva di targa espressa in smc/h

• Tipologie di biometano (liquido o gassoso)

• Destinazione finale del biometano (deve essere chiaramente espresso almeno quando viene destinato ai trasporti)

• Quantità e tipologie di biomasse (se il biometano è destinato al settore traporti è necessario riportare riferimento esplicito alle biomasse elencate del D.Lgs 199/2021 a dimostrazione che siano “avanzate”)

• Prestazioni del sistema di upgrading

• Modalità di alimentazione dei servizi ausiliari

• Modalità di immissione in consumo del biometano (mediante allaccio alla rete con obbligo di connessione a terzi, mediante carro bombolaio, ecc.)

• Modalità di gestione del digestato (stoccato in vasca coperta con recupero gas con volume pari a 30 giorni, compostaggio, ecc.)

I documenti progettuali devono essere firmati da un tecnico abilitato ed è necessario dimostrare che siano esattamente quelli presentati agli enti e approvati dagli stessi.

SOSTENIBILITÀ

Altra tematica delicata è quella della dimostrazione del requisito di sostenibilità. In molti casi ci è capitato di constatare poca chiarezza circa la modalità di gestione del digestato o circa i quantitativi di biomassa autorizzata. Sottolineiamo ancora che  è necessario che il titolo autorizzativo riporti questi dati con chiarezza, come è necessario utilizzare il giusto strumento per dimostrare al GSE il risparmio di CO2.

Per dimostrare che l’impianto rispetta i requisiti minimi di sostenibilità, infatti, il GSE mette a disposizione un tool di calcolo che però può essere utilizzato solo in alcuni casi (come esplicitato anche in una recente FAQ pubblicata dal GSE stesso). Per esempio il tool non può essere utilizzato in casi diversi dallo stoccaggio del digestato tal quale in vasca coperta con recupero gas con volume pari o superiore alla produzione di 30 giorni) o in caso di utilizzo di biomasse non codificate nel tool.

Nelle casistiche non previste, o qualora l’operatore voglia utilizzare un criterio di priorità in più e voglia dichiarare un risparmio di GHG superiore al minimo previsto dalla normativa, è necessario ricorrere a una relazione firmata da tecnico abilitato o da un Organismo di Certificazione. 

Tra le principali cause di esclusione dalla graduatoria, il GSE ha evidenziato:

• Utilizzo dello strumento sbagliato (tool al posto della relazione)

• Mancanza di riferimenti allo specifico impianto nella relazione

• Incongruenza tra dati presenti in relazione rispetto a quelli presenti in autorizzazione (per esempio dieta o destinazione del biometano)

In merito alla sostenibilità, è assolutamente sconsigliato il “fai da te”. Si consiglia di far valutare agli esperti quale strumento sia più idoneo per ogni singolo caso.

COMPLETEZZA DOCUMENTALE

In generale, il GSE verifica che nella domanda di partecipazione al bando siano allegati i documenti necessari a dimostrare i requisiti di accesso.

Per esempio, nelle casistiche in cui il progetto preveda la connessione alla rete con obbligo di connessione a terzi, è necessario inviare il preventivo di connessione accettato in via definitiva e i documenti che attestano l’accettazione (per esempio mail pec e ricevute di consegna). In caso di carenza documentale, non è possibile essere ammessi in posizione utile.

CIB Service, forte della sua esperienza, è in grado di fare una disamina dell’adeguatezza e completezza documentale.

DNSH

Gli operatori che partecipano al bando PNRR devono dichiarare, attraverso apposita modulistica messa a disposizione dal GSE, che il progetto non arrechi un danno significativo all’ambiente. In questa fase, non è necessario inviare al GSE documentazione specifica che attesti la veridicità della dichiarazione resa, ma l’azienda è tenuta a tenerla a disposizione. Ciò comporta che, prima della partecipazione al bando, vengano effettuati una serie di studi/approfondimenti/relazioni che dimostrino di aver adempiuto alle prescrizioni relative alle schede DNSH specifiche per il settore biometano (scheda 11 e per alcune casistiche scheda 5).

In questi mesi, CIB Service ha supportato i propri clienti per capire quali fossero gli obblighi per i specifici impianti in tema di DNSH e ha organizzato un webinar di approfondimento con gli studi tecnici che si occupano di autorizzazioni, che per primi si occupano di dover produrre la documentazione a supporto.

In ogni caso, consigliamo di affidarsi a esperti nel settore del riconoscimento degli incentivi, come CIB Service, che hanno esperienza e occhio critico e sono quindi in grado di analizzare la documentazione necessaria valutandone completezza e adeguatezza.

CIB Service invita tutti i soggetti che vogliano partecipare ai prossimi bandi, a prendere contatti con noi con un po’ di anticipo, per impostare il lavoro nel migliore dei modi e costruire insieme la strada verso il successo.